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Spina de Mul

Via che affronta e miracolosamente supera in successione i 4 tetti dello spigolo sud del Fantasma. Itinerario aereo, ci si sente fuori dal mondo nonostante la struttura sia relativamente vicina alla strada (P. Cogliati, 1994).

Si tratta della via storica della struttura con una chiodatura originaria che si riduceva ai 9 spit e 7 chiodi lasciati dai primi salitori.

26 anni dopo, nell’autunno 2020, propongo ad Andrea di andare a provare in libera la via, richiodandola e cercando, su consiglio di Paolo, una variante per l’ultimo tiro un po’ sporco e “marcetto”. Per nostra fortuna sia il tettino del secondo tiro che la placca del quarto risultano scalabili e vengono al primo tentativo, l’itinerario viene richiodato mantenendo l’originale distanza tra le protezioni e sostituendo i chiodi presenti, e per l’ultimo tiro troviamo una variante un po’ più diretta che raggiunge la sosta originale in cima alla via!

Vedi accesso generale

Il Pilastro Fantasma: sulla sinistra Spina di Mul e sulla destra Gasper
Primi salitoriPaolo Cogliati e Nicola Noé
11/03/1994
Prima ripetizione in liberaSimone Manzi e Andrea Mariani, autunno 2020
RichiodaturaSimone Manzi e Andrea Mariani, autunno 2020
EsposizioneS
Sviluppo240 m
Materiale in posto5 chiodi e 6 spit spitfix 10 mm di progressione (oltre 12 spit di sosta)
Consigliatomezze corde 50m, friend da 0,1 a 0,75 BD più un 3 BD, nuts (anche micro), utile martello per ribattere i chiodi.
DifficoltàVI+, 6c+ (VI+ /A2), VII, 6c (VI/A2), VI-, VII+

(Vedi relazione apertura via nel 1994)

Attacco della via: su placca appoggiata e compatta sotto il margine destro del primo tetto che caratterizza la struttura. Sulla destra attacca “Gasper”.

Descrizione itinerario

  • L1 VI+/6a 30m Bella placca scura fin sotto il tetto, quindi traverso a sinistra fino in sosta
  • L2 6c+ (VI+/A2) 25m Fessura strapiombante con difficile ribaltamento; si prosegue lungo una fessurina e poi in diedro superando in successione tre tettini verso sinistra fino alla sosta
  • L3 6b/VII 40m Tettino con chiodo, seguire verso destra alcuni metri, quindi dritti lungo una lama fino a quando non è possibile rimontare una rampetta verso destra che porta alla ripida placca protetta da uno spit; rimontata la cengia seguire una rampetta con roccia lavorata verso sinistra che porta alla sosta su un pilastrino
  • L4 6c (VI/A2) 30m Fessura fino alla ripida placca che si sale con alcuni passi delicati e tecnici; dal secondo spit a sinistra e poi in diagonale verso destra fino alla sosta
  • L5 6a/VI- 20m Fessura e diedro fino alla cengetta alberata
  • L6 6b+/VII+ 40m A destra superando una zona con vegetazione, quindi muretto ripido protetto da uno spit, fessurino superficiale e strapiombo finale fessurato che porta in sosta.

Discesa: consigliabile la discesa a piedi dal sentiero di accesso alle Placche Verdi. Dal termine della via traversare una decina di metri a destra e scendere disarrampicando o mediante una breve calata lungo una placchetta. Arrivati all’albero con cordone per la calata proseguire in discesa fino a quando non è possibile aggirare verso sinistra alcune placconate fino a raggiungere la base delle Placche Verdi.

Testo a cura di Simone Manzi