Placche facili con chiodatura molto lunga nel primo tratto (4 tiri richiodati nel 2020 da S. Manzi e C. Tognascioli) poi parete verticale su roccia lavorata molto bella (questa sezione risulta purtroppo difficilmente percorribile perchè ricalcata in più punti dalla via “Guarda che Luna”).
Primi salitori | P. Cogliati, N. Noè, V. Tamagni 10/05/1995 |
Esposizione | SE |
Sviluppo | 315 m |
Lasciati in apertura | 19 spit 8 mm |
Consigliato | utili friends piccoli |
Difficoltà | 3 / VII / P3 (vedi legenda) V-, IV+, IV+, IV, IV, V+, VII-, VII |
(Dettaglio relazione apertura)
Attacco
Nel punto più basso della struttura, su placca liscia prima di un tettino.
Descrizione itinerario (fino alla cengia mediana)
L1 45m IV Dopo il tettino di partenza aggirare la macchia di vegetazione sulla sinistra, tornare a destra e salire dritti su placca lavorata e compatta fino in sosta.
L2 35m IV+ Placca in leggera diagonale verso sinistra
L3 45m IV+ Sempre in diagonale verso sinistra passando poco al di sotto e a sinistra della grande isola con vegetazione; sosta su pilastrino con spit singolo di passaggio della via “Guarda che Luna”.
L4 60m IV In diagonale verso destra fin sotto la cengia mediana (sosta in comune a Furia e Il dono dell’aquila).
Discesa
Dal termine della via o da S3 possibile continuare su una delle altre vie presenti. Traversando sulla cengia si arriva invece al belvedere prima della parete della Ragnatela.
In alternativa è possibile scendere in doppia dalla via “Furia”.
Testo a cura di Simone Manzi