Le due grandi vene bianche sembrano davvero rotaie di un’improbabile ferrovia verticale; via molto varia e logica che sale a destra de “L’Urlo” percorrendo placche super lavorate fessure e, naturalmente, bellissime vene incassate!
Richiodata in parte nel 2012 da Riccardo Lerda e Andrea Mariani e terminata nel 2017 da Simone Manzi e Lucio Pintus mantendendo l’originale distanza tra le protezioni, ad eccezione dei primi metri in comune a “L’Urlo” dove erano stati aggiunti due spit.
Primi salitori | Paolo Cogliati e Nicola Noé 3/10/1991 |
Esposizione | Sud |
Sviluppo | 150m (4 L) |
Richiodatura | R.Lerda e A.Mariani 2012 – S.Manzi e L.Pintus 2017 |
Consigliato | Friend 0.75/3 |
Difficoltà | 2 / VI- / P2 (vedi legenda) |
(Dettaglio relazione apertura)
Attacco: in comune a L’Urlo, su placca appoggiata a destra di un diedro erboso.
L1 40m V Placca appoggiata in comune a L’Urlo fino alla cengetta erbosa; qui continuare dritti su roccia lavorata fino ad una placca più liscia che conduce in sosta
L2 40m V+ Salire a destra su roccia lavorata fino ad una bella lama che si segue; rimontata la placca al di sopra dritti alla sosta
L3 30m VI- Superare un tettino verso destra e risalire su roccia entusiasmante le due vene parallele che danno il nome alla via!
L4 30m V+ Superare il muretto sopra la sosta, quindi in placca leggermente verso sinistra, quindi tramite alcune fessure fin sulla sommità
Discesa: in doppia dalla via
Testo a cura di Simone Manzi